Aguas Profundas

COMUNICATO STAMPA MUSEO NOVECENTO SANDRA VASQUEZ DE LA HORRA AGUAS PROFUNDAS A cura di Rubina Romanelli Inaugurazione: 11 Luglio, ore 18:30 Date mostra: 12 Luglio – 17 Ottobre 2019 Il Museo Novecento inaugura la prima mostra personale in un museo italiano dell’artista Cilena Sandra Vásquez de la Horra (Viña del Mar, Cile, 1967), a cura di Rubina Romanelli. La mostra, all’interno dello spazio ROOM, prosegue il ciclo di mostre di artiste donne iniziato con Maria Lai e successivamente con il duo Goldschmied & Chiari. Vásquez de la Horra ha studiato con Jannis Kounellis e Rosemarie Trockel e ha vinto premi importanti come il Prix de dessin Daniel & Florence Guerlain. L’esposizione al Museo Novecento è un’occasione unica per osservare un corpus di lavori appartenenti alla produzione degli ultimi anni. Inoltre, alcune opere sono state realizzate appositamente per l’occasione, dopo che l’artista si è lasciata ispirare dalle opere di Mario Sironi presenti nella collezione permanente. Sandra Vásquez de la Horra lavora col medium del disegno che immerge poi nella cera e da questa è per sempre “sigillato”, conferendogli una pelle traslucente ed un senso di profondità. Le potenti immagini che abitano i suoi lavori provengono dall’inconscio, dalla memoria, da una ricerca trasversale interculturale, da una visione sincretica delle religioni e da un suo approccio quasi antropologico verso il mondo. L’artista è cresciuta in una famiglia cattolica conservatrice durante la sanguinosa dittatura di Augusto Pinochet (1973- 1990). I suoi disegni hanno spesso come protagoniste delle donne o delle figure, che appaiono in un ambiente vuoto, senza sfondo, in posizioni o situazioni surreali o fantastiche, di rischio, talvolta erotiche. L’ampio vocabolario simbolico da cui attinge evoca anche la complessa storia Latino Americana, fatta spesso di scontri brutali e sottomissioni che drammaticamente perseverano tutt’oggi. I disegni, inchiodati direttamente alle pareti, nella loro nudità non lasciano scampo e si impongono allo spettatore spiazzandolo, imponendo un dialogo diretto e talvolta violento. Il suo stile e il suo vocabolario simbolico sono altamente riconoscibili. Mentre in passato ha lavorato su disegni di piccole dimensioni collocandoli sulle pareti in composizioni e giustapposizioni, nel lavoro più recente ha sviluppato grandi formati che vengono qui presentati insieme ai recenti sviluppi tridimensionali del suo lavoro: le “case” e i “leporelli”. Questi subiscono lo stesso trattamento dei disegni, vengono prima disegnati, poi immersi nella cera e hanno la caratteristica di unire due medium che raramente convivono: il disegno e la scultura. La prima casa è stata concepita partendo dalla memoria dell’abitazione modernista a Viña del Mar in cui l’artista abitò da bambina e che è ancora fonte di grande ispirazione. Al Museo Novecento viene presentato un ulteriore sviluppo del suo lavoro: la sua prima casa “aperta”, realizzata per questa mostra e nata ispirandosi a Mario Sironi di cui l’artista ha ammirato il lavoro durante il suo primo sopralluogo al Museo Novecento. Questa, diversamente dalle precedenti, è disegnata nel suo interno e simile ad un teatrino, con un uso cromatico decisamente più vario rispetto ai lavori del passato e ispirata, dice l’artista, anche dalla permanenza fiorentina e dai canoni prospettici rinascimentali. I leporelli, che consistono in fogli di carta piegati a fisarmonica, sono dei libri/sculture che verticalmente si annunciano al mondo. E’ presentata anche la piccola scultura “Yo soy Casa”, ultimissima produzione dell’artista e prima di una nuova serie mai esposta prima. In “Lazarus”, un Lazzaro dalle sembianze asiatiche ormai risvegliato che cammina affiancato da due cani, evoca il movimento migratorio cinese verso l’America Latina. Allo stesso modo il disegno “América sin fronteras” mostra una madre terra da cui entrano ed escono liberamente dei personaggi, in una fluidità di confini. “You are always on my mind” potrebbe fare riferimento alla famosa canzone degli anni ’70 interpretata anche da Elvis Presley e che parla di un amore nostalgico, o forse fa riferimento all’ossessione che coglie l’artista nella sua ricerca. “Aguas Profundas” rappresenta un uomo che cade a capofitto, un salto pindarico o, forse, il destino ignoto verso cui ognuno di noi è costretto ad andare; potrebbe anche metterci davanti a un frammento di quell’oscuro momento della storia in cui i prigionieri, chiamati poi desaparecidos, venivano lanciati ancora in vita dagli aerei. Sicuramente è desiderio di Sandra Vásquez de la Horra andare più a fondo, alla ricerca di significati, nelle acque profonde.

COMUNICATO STAMPA
MUSEO NOVECENTO, FIRENZE

SANDRA VÁSQUEZ DE LA HORRA
AGUAS PROFUNDAS
A cura di Rubina Romanelli

Inaugurazione: 11 Luglio, ore 18:30
Date mostra: 12 Luglio – 17 Ottobre 2019

Il Museo Novecento inaugura la prima mostra personale in un museo italiano dell’artista Cilena Sandra Vásquez de la Horra (Viña del Mar, Cile, 1967), a cura di Rubina Romanelli. La mostra, all’interno dello spazio ROOM, prosegue il ciclo di mostre di artiste donne iniziato con Maria Lai e successivamente con il duo Goldschmied & Chiari.

Vásquez de la Horra ha studiato con Jannis Kounellis e Rosemarie Trockel e ha vinto premi importanti come il Prix de dessin Daniel & Florence Guerlain. L’esposizione al Museo Novecento è un’occasione unica per osservare un corpus di lavori appartenenti alla produzione degli ultimi anni. Inoltre, alcune opere sono state realizzate appositamente per l’occasione, dopo che l’artista si è lasciata ispirare dalle opere di Mario Sironi presenti nella collezione permanente.

 

Aguas profundas. Graphite on paper with wax, 2016, 3 parts, 235 x 106 cm

Aguas profundas, 2016.
Graphite on paper with wax
3 parts, 236,2 x 108 cm
Courtesy of David Nolan Gallery, New York

Sandra Vásquez de la Horra lavora col medium del disegno che immerge poi nella cera e da questa è per sempre “sigillato”, conferendogli una pelle traslucente ed un senso di profondità. Le potenti immagini che abitano i suoi lavori provengono dall’inconscio, dalla memoria, da una ricerca trasversale interculturale, da una visione sincretica delle religioni e da un suo approccio quasi antropologico verso il mondo.

L’artista è cresciuta in una famiglia cattolica conservatrice durante la sanguinosa dittatura di Augusto Pinochet (1973- 1990). I suoi disegni hanno spesso come protagoniste delle donne o delle figure, che appaiono in un ambiente vuoto, senza sfondo, in posizioni o situazioni surreali o fantastiche, di rischio, talvolta erotiche. L’ampio vocabolario simbolico da cui attinge evoca anche la complessa storia Latino Americana, fatta spesso di scontri brutali e sottomissioni che drammaticamente perseverano tutt’oggi. I disegni, inchiodati direttamente alle pareti, nella loro nudità non lasciano scampo e si impongono allo spettatore spiazzandolo, imponendo un dialogo diretto e talvolta violento.

Il suo stile e il suo vocabolario simbolico sono altamente riconoscibili. Mentre in passato ha lavorato su disegni di piccole dimensioni collocandoli sulle pareti in composizioni e giustapposizioni, nel lavoro più recente ha sviluppato grandi formati che vengono qui presentati insieme ai recenti sviluppi tridimensionali del suo lavoro: le “case” e i “leporelli”. Questi subiscono lo stesso trattamento dei disegni, vengono prima disegnati, poi immersi nella cera e hanno la caratteristica di unire due medium che raramente convivono: il disegno e la scultura. La prima casa è stata concepita partendo dalla memoria dell’abitazione modernista a Viña del Mar in cui l’artista abitò da bambina e che è ancora fonte di grande ispirazione. Al Museo Novecento viene presentato un ulteriore sviluppo del suo lavoro: la sua prima casa “aperta”, realizzata per questa mostra e nata ispirandosi a Mario Sironi di cui l’artista ha ammirato il lavoro durante il suo primo sopralluogo al Museo Novecento. Questa, diversamente dalle precedenti, è disegnata nel suo interno e simile ad un teatrino, con un uso cromatico decisamente più vario rispetto ai lavori del passato e ispirata, dice l’artista, anche dalla permanenza fiorentina e dai canoni prospettici rinascimentali. I leporelli, che consistono in fogli di carta piegati a fisarmonica, sono dei libri/sculture che verticalmente si annunciano al mondo. E’ presentata anche la piccola scultura “Yo soy Casa”, ultimissima produzione dell’artista e prima di una nuova serie mai esposta prima.

Los Paseantes, 2019
69,5 x 80 x 30,5 cm
Graphite, watercolor, crayon , aquarelle, wax on paper
Courtesy of David Nolan Gallery, New York

 

In “Lazarus”, un Lazzaro dalle sembianze asiatiche ormai risvegliato che cammina affiancato da due cani, evoca il movimento migratorio cinese verso l’America Latina. Allo stesso modo il disegno “América sin fronteras” mostra una madre terra da cui entrano ed escono liberamente dei personaggi, in una fluidità di confini. “You are always on my mind” potrebbe fare riferimento alla famosa canzone degli anni ’70 interpretata anche da Elvis Presley e che parla di un amore nostalgico, o forse fa riferimento all’ossessione che coglie l’artista nella sua ricerca. “Aguas Profundas” rappresenta un uomo che cade a capofitto, un salto pindarico o, forse, il destino ignoto verso cui ognuno di noi è costretto ad andare; potrebbe anche metterci davanti a un frammento di quell’oscuro momento della storia in cui i prigionieri, chiamati poi desaparecidos, venivano lanciati ancora in vita dagli aerei. Sicuramente è desiderio di Sandra Vásquez de la Horra andare più a fondo, alla ricerca di significati, nelle acque profonde.